excelsiorUnioncamere ha diffuso in questi giorni i dati del Sistema informativo Excelsior, promosso con il Ministero del Lavoro, sui movimenti occupazionali previsti per il 2004.  Dalla lettura dei dati si registra un saldo occupazionale nazionale dell’1,3%.
Il Nord-Est ha un saldo coincidente con la media nazionale mentre il Nord-Ovest (0,7) ed il Centro (1,1) si attestano al di sotto della media nazionale. Il Sud e le isole registrano una performance esattamente il doppio della media nazionale (2,6). Il saldo della Campania coincide, sostanzialmente, con quello del Sud (2,5). All’interno dell’area regionale Caserta (2,1), Napoli (2,0) e Avellino (2,4) hanno un trend di crescita del saldo al di sotto della media regionale, mentre Benevento (3,5) e Salerno (4,2) si attestano su un saldo sensibilmente superiore alla media nazionale e regionale.


Il quadro previsionale prospettato dal Sistema Informativo Excelsior è sostanzialmente confermato, pur con luci e ombre, dai dati dell’Istat sull’andamento congiunturale degli occupati nel periodo 2001-2004.
L’occupazione complessiva in Italia, nel periodo considerato, è cresciuta del 3,4%. Nello stesso periodo il Sud registra una crescita di appena il 2,1%, è l’unica area geografica che registra un saldo al di sotto della media nazionale. La Campania rappresenta un andamento in controtendenza rispetto al Sud, registrando una crescita occupazionale coincidente con la media nazionale e con quella del Nord-Est; il Nord si colloca sul 3,7%, con il Nord-Ovest che sale al 3,8; il centro registra la migliore performance, con il 4,4%.
La disarticolazione per aree e settori dei dati Istat evidenzia alcuni andamenti su cui è utile avviare una prima riflessione perché si registrano comportamenti dei sistemi economici territoriali diversi.

Il settore agricolo

L’agricoltura registra un saldo occupazionale negativo del 6,7%, cui contribuiscono in maniera rilevante il Sud (-8,2) ed il Centro (-14,6%); la Campania (-9,8) si colloca al di sopra della media nazionale e al di sotto della meridionale; il Nord sostanzialmente tiene l’occupazione (-1,5), con una differenziazione tra Nord-Ovest (-0,4) e Nord-Est (-2,3).

L’industria

Gli occupati nel manifatturiero rimangono sostanzialmente invariati (-0,7) pur con significative differenziazioni all’interno delle varie aree geografiche. A fronte di una flessione degli addetti al Nord (-1,4), in particolare nel Nord-Est (-3%), e al Centro (-3,1), si registra un aumento dell’occupazione industriale al Sud (4,9), aumento al quale contribuisce in misura significativa la Campania che registra un incremento del 14,8%. Gli occupati nell’edilizia registrano un incremento positivo (10,9), in presenza di un’occupazione stabile in Campania (0,5), leggermente in crescita al Sud (2,5) e intorno al 15% nel resto dl Paese (15,9 al Nord e 14,7 al Centro).

Il commercio

Il settore commerciale registra un incremento del 4,8% in Italia; 4,3 al Sud; 3,2 al Nord; 3,4 in Campania e 9,4 al Centro.

Il terziario

Le altre attività vedono un aumento dei livelli occupazionali del 4,9% con un’articolazione del dato tra Centro-Nord e Sud. Infatti la Campania registra un aumento del 2,6%, leggermente migliore di quello del Sud (2,3), ma di circa la metà della media del Centro-Nord (6,0).

Le differenze occupazionali tra le varie aree geografiche

Il Sud e la Campania migliorano il loro contributo all’occupazione industriale nazionale, infatti il Sud porta la sua quota dal 16 al 17% degli occupati, la Campania ha anch’essa un incremento di un punto, passa infatti dal 4% degli occupati al 5% ma migliora il suo contributo all’occupazione meridionale portando la sua quota dal 26% degli addetti meridionali al 29%. Il Centro e il Nord perdono un punto.
Nelle altre attività i rapporti percentuali tra le varie aree risultano sostanzialmente invariati, si riscontrano infatti solo spostamenti decimali.

Alcune considerazioni finali

La Campania e il Sud segnano un aumento dell’occupazione industriale che indubbiamente costituisce un dato significativo che va a colmare un deficit di sviluppo industriale. Il Nord e il Centro del Paese realizzano un incremento occupazionale con una redistribuzione tra occupazione industriale e terziario. Al Nord, in valore assoluto, il saldo tra posti persi nell’industria (-49.064) e nuova occupazione nel terziario è di 331.338 lavoratori. La Campania nel periodo 2001-2004 ha visto l’occupazione complessiva crescere di 53.688 unità di questi nuovi posti di lavoro 33.062 sono stati creati nel settore industriale.
Questo dato è sicuramente figlio di un’attenzione nuova ai problemi di sviluppo del sistema delle piccole e medie imprese. Inoltre mentre è cresciuto il peso della Campania nell’occupazione industriale del Mezzogiorno (+3%) è rimasto invariato il suo contributo alla crescita del terziario meridionale (-0,1%).
Dalla fotografia dell’Istat emerge la necessità di affiancare alla politica di sostegno al sistema delle piccole e medie imprese campane una politica che inizi a porre un problema di qualità del sistema industriale, la necessità di individuare possibili settori d’intervento innovativi che possano consentire anche la nascita e lo sviluppo di un sistema di servizi ad alto valore aggiunto che allinei i tassi di crescita della nostra economia a quelli nazionali ed europei.

[L’Articolo 18 luglio 2004]

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