impresa socialeIn Italia si sono sviluppati numerosi studi e iniziative sullo sviluppo locale.1
L’attenzione degli studiosi si è soffermata in particolare sulle caratteristiche dei distretti industriali e sulle problematiche dello sviluppo del Nord-Est del Paese.2
Negli ultimi anni numerosi studiosi3  – tra gli altri, Gianfranco Viesti, Paola De Vivo, Carlo Trigilia, Carlo Donolo – hanno iniziato a ragionare sul rapporto tra sviluppo locale e questione meridionale producendo notevoli stimoli alla discussione sul Mezzogiorno, a questi studiosi si è affiancata la stimolante opera di promozione di incontri e studi sui temi dell’innovazione territoriale svolta da AISLo4.
La riapertura, alla fine degli anni novanta, della discussione sulle politiche per il Mezzogiorno si deve, in primo luogo, alla meritoria iniziativa del Ministro per l’Economia, Carlo Azeglio Ciampi, e del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, diretto da Fabrizio Barca, che, nell’ambito dell’attuazione del Quadro Comunitario di Sostegno e del Quadro Strategico Nazionale, scelsero di dare un forte sostegno alle politiche di “concertazione locale” tra i vari soggetti istituzionali, politici e sociali presenti sul territorio assumendole come principale strumento di intervento.

innovmezzcopIl Mezzogiorno, inteso come la grande questione nazionale irrisolta dall’Unità d’Italia a oggi, è scomparso dall’agenda politica del governo e dal dibattito politico nel Paese.
Non ve n’è traccia né nella discussione del costituendo Partito Democratico, né tanto meno nel dibattito in corso nella Casa della libertà. Anzi, all’ordine del giorno dell’agenda politica del centro-sinistra c’è la questione settentrionale.
La «questione settentrionale» esiste solo come problema di credibilità politica del centro–sinistra nei confronti dell’elettorato del settentrione, non esiste, invece, come questione nazionale, esiste soloun grave problema di scollamento tra la parte ricca del Paese e la coalizione di centro-sinistra.

innovmezzcopIl Mezzogiorno, inteso come la grande questione nazionale irrisolta dall’Unità d’Italia ad oggi, è scomparso dall’agenda politica del governo e dal dibattito politico nel Paese. Anzi all’ordine del giorno dell’agenda politica del centro-sinistra c’è la questione settentrionale.
Io ritengo che la “questione settentrionale” non esiste. Esiste, invece, un grave problema di scollamento tra la parte ricca del Paese e il centro-sinistra.
Il sospetto politico e l’ostilità elettorali manifestati dal capitalismo diffuso del nord-est nei confronti della sinistra si superano attraverso politiche di lotta alle rendite, di liberalizzazione dei mercati e di stimolo alla concorrenza operando sull’efficienza e l’efficacia della macchina amministrativa statale e locale e puntando sull’affermazione di un federalismo responsabile, fondato su un rinnovato patto fiscale indirizzato soprattutto a riaffermare l’unità della Nazione.

dedalus pDal Cendes al Centro Raniero Panzieri

Quando nel 1976 decidemmo di dare vita a un centro di iniziativa politico-culturale, non avevamo ancora maturato l’idea di costituire una cooperativa.
Venivamo, ciascuno con la sua propria storia personale e spesso con una lunga frequentazione, dalle diverse esperienze fatte dal di dentro del ‘68 nei movimenti cattolici, studenteschi, sindacali; ci eravamo confrontati con i temi della contestazione globale, del terzomondismo, del Concilio e eravamo qualche caso passati per le esperienze delle lotte di quartiere e di politicizzazione nelle nuove giovani formazioni politiche. Ma alla fine avvertivamo forte esigenza di lavorare a un nuovo progetto che ci liberasse dalla trappola dell’ideologismo e dalla tentazione di tirare semplicemente i remi in barca. Si parlava allora di molte alternative possibili.